
Più volte mi sono soffermata a riflettere su come sia effettivamente avvenuto il mio passaggio alla pratica di uno sport a livello agonistico provenendo io da una famiglia per nulla sportiva e l’ho associata ad un momento particolare della mia vita. Mio padre morì improvvisamente quando io, prima di quattro fratelli, avevo appena compiuto nove anni. La disgrazia e il modo così improvviso in cui successe (morì d’infarto a casa una notte) squarciarono la mia serenità e quella della mia famiglia in maniera così violenta tanto da non permettermi di farmene una ragione e ,in un certo qual modo, di trovare una forma di rassegnazione. Dentro di me giorno dopo giorno si faceva via via sempre più forte una rabbia troppo grande perché non riuscivo a trovare giustificazioni al fatto che se ne fosse andato in quel modo…., che non potessi più rivederlo ed abbracciarlo e che il destino avesse riservato a noi uno scherzo così crudele. Lo sport, il nuoto che praticavo in quel momento, mi offrì la possibilità di sfogare tutta questa rabbia e inquietudine che provavo dentro . Giustifico così il passaggio alla pratica agonistica, quasi, quello sfinirsi avanti indietro per le vasche di una piscina, fosse il modo per trovare una pace interiore. Inizialmente penso proprio sia stato questo poi, con il tempo, lo sport vissuto in questo modo mi ha imposto di incanalare tutti i miei sforzi e le mie energie alla ricerca del raggiungimento di obbiettivi che via mi ponevo, a breve e a lungo termine. È stato praticamente il mio modo di ribellarmi a quanto m era successo e mi ricordo che, ad ogni risultato ottenuto, mi sembrava di essergli … per così dire …più vicina. È stata per me, infine, una grande opportunità perché gli insegnamenti che lo sport agonistico ha portato li ho poi ritrovati con gli anni nel corso nella vita. Fissarsi degli obbiettivi come punti fermi su cui lavorare e incanalare gli sforzi, la determinazione di andare sempre avanti anche di fronte alle difficoltà cercando strategie adeguate per superare i problemi, risollevarsi di fronte alle sconfitte rimboccandosi le maniche per lavorare più di prima e soprattutto sapersi mettere in gioco e farsi delle critiche credo siano solo alcuni dei degli insegnamenti che lo sport agonistico ti passa. In virtù di tutto ciò, da madre di cinque figlie, ho scelto di investire nelle sport agonistico sano anche per loro, indipendentemente da quale sport scegliessero di praticare. Credo di non pentirmene !
Carlotta TAGNIN (aprile 2016)

